DAL PORTO DI TRIESTE L'INIZIATIVA "TI PORTO UN LIBRO. GRANDI STORIE DAVANTI AL MARE"
A Natale 2020, quattro grandi autori e quattro libri immortali da sfogliare nelle location più suggestive nel porto di Trieste
Ti porto un libro: una promessa che è già “cura”. È condivisione e scambio di emozioni, capacità di alimentare l’immaginario, i desideri, le visioni di futuro. Ti porto un libro è il dono digitale che hanno in serbo quest’anno l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale con Fondazione Pordenonelegge: alle soglie di un Natale che non è come lo avremmo desiderato - e che a tutti richiede non solo resilienza, ma anche la capacità di proiettarci verso un domani più accogliente – arrivano sui canali social e YouTube del Porto e di pordenonelegge quattro brevi incontri speciali dedicati a ciascuno di noi.
Quattro autori del nostro tempo – Federica Manzon, Veit Heinichen, Pino Roveredo, Paolo Rumiz – ci accompagneranno per tutto il periodo delle festività in arrivo, dal 13 dicembre al 3 gennaio, tutte le domeniche alle ore 18, con parole e suggestioni che arrivano da storie immortali: quelle di Joseph Conrad, Scipio Slataper, Ernest Hemingway ed Herman Melville, racchiuse in quattro capolavori da riscoprire e rileggere. “La linea d’ombra”, “Il mio Carso”, Il vecchio e il mare” e “Moby Dick” ci regaleranno parole fuori dal tempo: storie che permettono di pensare, di immaginare e viaggiare con la mente, in attesa di riprendere a farlo realmente, in sicurezza, quando potremo riappropriarci di un futuro libero dalla pandemia. Ti porto un libro ci proietta nel cuore della città di Trieste, il suo porto così dinamico e al passo con l’innovatività del nostro tempo, ma insieme così ricco di storia e suggestioni che arrivano dal passato di una città di frontiera, crocevia fra rotte mediterranee, baltiche e balcaniche.
È nel porto di Trieste che i protagonisti sono stati ripresi, con quattro video-racconti in altrettante location tutte da scoprire, perché inaccessibili a chi non opera all’interno dell’area. Federica Manzon, Veit Heinichen, Pino Roveredo e Paolo Rumiz a Trieste sono nati, o vivono, o trascorrono lunghi periodi: sono autori che amano la città, che l’hanno scelta e ne hanno scritto: Ciascuno consiglierà e racconterà la sua storia: una grande storia di fronte al mare, appunto. Libri che hanno lasciato il segno, che hanno come protagonisti il mare e i lunghi viaggi sulle navi, le merci trasportate, le attese e gli addii sulle banchine...
L’invito è allora a scoprire i luoghi del porto di Trieste in cui i quattro autori hanno sfogliato per noi il loro libro: Federica Manzon ci parlerà da un magazzino del caffè, fra sacchi che profumano di esotico e rotte transoceaniche. Pino Roveredo dal cuore della città: le “rive” di Trieste e i suoi moli, che sembrano lambire il golfo del Nord Adriatico. Veit Heinichen ci guiderà fra Carso e mare, fino ai terminal del porto in uno slalom di gru, treni e container, disegnando dall’altipiano prospettive scoscese e dal fascino ribelle. Paolo Rumiz, invece, sfoglierà la sua storia da una pilotina, fra la torre di controllo e le bizze del mare increspato. "Ti porto un libro" sarà il congedo comune, siglato da un augurio: “Ti porto un libro per…”. Un piccolo dono prezioso che parte dal porto di Trieste per arrivare in tutte le nostre case, in un Natale così complicato.
Appuntamento, per cominciare, domenica 13 dicembre alle 18.00 con il video-racconto di Federica Manzon che, nella giornata di Santa Lucia così cara ai bambini e foriera di speranze luminose, ci guiderà ad attraversare “La linea d'ombra” che richiede tenacia, abnegazione, capacità di immaginare un futuro. Il capolavoro di Joseph Conrad perché, spiega Federica Manzon, «la letteratura è per noi sempre un grande viaggio, un porto sicuro dove rientriamo avendo ritrovato qualche piccola parte di noi che avevamo perso per strada o dimenticato».
Domenica 20 dicembre, proprio sotto l’albero, con lo scrittore tedescoVeit Heinichen – triestino di adozione da molti decenni – ritroveremo un’opera cardine del panorama letterario triestino, “Il mio Carso” di Scipio Slataper, «perché – osserva l’autore – i veri viaggi si fanno nella testa». E così accade in queste pagine che faranno viaggiare “fra le montagne che si frantumano e la valle che si rinchiude, là dove il torrente sparisce nel suolo”, sino all’approdo al mare dove “levan l’ancora i grossi piroscafi nostri verso Salonicco e Bombay”.
Fra Natale e Capodanno, domenica 27 dicembre, sempre alle 18, saranno le parole di Pino Roveredo, che a Trieste è nato, cresciuto, e dove ancora ha eletto il suo baricentro, ad arrivarci attraverso la lettura di passaggi chiave de “Il vecchio e il mare”, di Ernest Hemingway: per ricordarci che «è stupido non sperare», anche quando sembra più complicato abbandonarci all’ottimismo dei tempi che verranno. E soprattutto che «un libro ci permette di essere liberi di frequentare la memoria e non dimenticare quel che è successo».
Con lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, osservatore fra i più attenti e profondi della “faglia” umana e storica della Trieste centro-europea, ci ritroveremo nel nuovo anno, domenica 3 gennaio. Insieme a lui cavalcheremo i mari tempestosi del “Moby Dick” di Herman Melville, per guardare a nuove stagioni, per divorare mari di pagine ed «esplorare, grazie ai libri, l’energia segreta della parola».